15_06_2012 | IMPOSTA DI SCOPO (ELIMINATA): I DUBBI IN CONSIGLIO. MAURO (PDL): “MA NON E’ CHE FORSE CONVENIVA MANTENERLA, LASCIANDO PIU’ BASSE LE ALIQUOTE IMU?”

Venerdì, 15 Giugno 2012

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IMPOSTA DI SCOPO (ELIMINATA): I DUBBI IN CONSIGLIO. MAURO (PDL): “MA NON E’ CHE FORSE CONVENIVA MANTENERLA, LASCIANDO PIU’ BASSE LE ALIQUOTE IMU?”


Consiglio comunale. Si discute attorno all’imu, anzi no. Si sta cassando l’imposta di scopo. Ad un certo punto Gennaro Mauro, presa in consegna la parola dal presidente Donatella Turci, si domanda una cosa. Una cosa che interroga per un attimo anche la giunta. “E se noi, invece di togliere la cassa di scopo avessimo mantenuto più bassa l’imu?”. Cioè: se la percentuale di rialzo, il delta, delle aliquote imu rispetto alla base non fosse stata applicata all’imu ma fosse andata a costituire la aliquota della tassa di scopo? Ci avrebbe guadagnato qualcuno o qualcosa (Rimini)?


Rispetto all’interrogativo “sono attualmente in corso delle verifiche più serie”, ma intanto nulla vieta di fare un po’ di conti alla buona. Così per vedere se l’idea di togliere la tassa sia stata davvero così utile.


Rispetto all’imu, Rimini ha scelto di passare dalle aliquote base (0,4 e 0,76) a quelle più alte (0,99 e 1,06). Ora, se è vero che rispetto al valore dato dall’incremento a goderne sono per il 50 per cento il Comune e per l’altro 50 per cento lo Stato, “non sarebbe stato meglio lasciare basse le aliquote imu e trasformare la differenza nella aliquota dell’imposta di scopo?”, domanda Mauro. “Per le tasche dei cittadini sarebbe stata la stessa identica cosa”, spiega. “La situazione sarebbe cambiata, invece, rispetto alla destinazione dei fondi raccolti: l’imposta di scopo sarebbe tutta rimasta al Comune, per i riminesi, per il territorio”. Cioè, a parità di gettito fiscale forse sarebbe convenuto mantenere l’imposta cassata (che allo 0,2 sulla seconda casa sembra avrebbe potuto fruttare “sui 6 milioni”).


E’ vero che, qualcuno ha poi fatto notare, con l’imu si va a finanziare la parte corrente del bilancio, mentre il ricavo della tassa di scopo sarebbe andato alla parte straordinaria. “Sarebbero sì venuti meno quegli introiti per le spese correnti, in quel caso avremmo potuto utilizzare gli oneri di urbanizzazione, conservato in conto capitale. L’imposta di scopo avrebbe incrementato le spese in conto investimento da cui si attingono fondi per fogne, strade, ecc. Anche si fosse trattato di un solo milione di euro sarebbe stato cosa utile tenerli qui piuttosto che darli allo Stato (che, tra l’altro, ha aumentato la stima dei nostri immobili in maniera sproporzionata)”.